Friday, 18 January 2013

Le possibili conseguenze in occidente del conflitto in Mali

Le possibili conseguenze in occidente del conflitto in Mali

14 gennaio 2013

Reuters_Joe Penney
Lo scorso venerdì, dopo quasi 9 mesi di relativa “pace interna”, il gruppo di ribelli islamici Ansar al-Din ha occupato la città di Konna, 55 km a nord di Mopti, dichiarando ufficialmente di voler estendere il proprio controllo sul nord del paese.

Immediate le reazioni interne ed internazionali.
Nella giornata dell’11 gennaio, i ministri maliani si sono riuniti nella capitale per discutere un piano d’azione per recuperare il controllo del nord. Le Nazioni Unite hanno comunicato l’intenzione di voler inviare un contingente di 3.000 persone a protezione della popolazione civile interna. Il presidente francese Hollande ha prontamente confermato la vicinanza del paese al Mali, promettendo un immediato intervento sotto l’egida del Consiglio di Sicurezza del Nord.

Già nella giornata di sabato 12 gennaio, i caccia aerei francesi hanno bombardato alcune postazioni dei ribelli nelle città del nord, riuscendo a riconquistare, secondo quanto confermato dal Ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, la città di Konna. Nella giornata di domenica, Fabius ha affermato che la Francia, beneficia dell’appoggio di varie nazioni europee: "Abbiamo il sostegno, anche pratico, della Gran Bretagna, dei nostri amici danesi, e di molti altri grandi Paesi che forniscono aiuti nel settore dei trasporti".

L’intervento militare francese si rifà a una richiesta di aiuti di Bamako, legittimata dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite che prevede un diritto di difesa, individuale o collettivo, nel caso in cui un paese membro sia oggetto di un’aggressione armata. Il Ministro degli Esteri francese ha sottolineato che il suo intervento non andrà oltre alcune settimane, essendo finalizzato esclusivamente ad arrestare l’avanzata dei ribelli.

Ancora confusi i dati sul numero di vittime: un ufficiale dell’esercito maliano già sabato parlava di oltre 100 miliziani islamici uccisi, mentre Human Rights Watch riporta 10 decessi tra i civili nella città di Konna. Fonti ufficiali dichiarano inoltre che dall’inizio dell’attacco sono caduti 11 militari dell’esercito regolare maliano e 1 pilota d’elicottero francese.

E' importante però sottolineare che il conflitto in Mali ha caratteristiche differenti dagli altri scenari di guerra in Africa, che hanno conseguenze marginali per l'occidente. I gruppi islamici maliani hanno forti collegamenti con Boko Haram, il gruppo militante nigeriano che fece saltare in aria l'ufficio delle Nazioni Unite ad Abuja nel 2011 e con Ansar al- Sharia, responsabile dell'assasinio dell'ambasciatore Christopher Stevens e altri 3 americani a Benghazi in Libia, lo scorso settembre.
Già nella giornata di ieri sono scattate le prime minacce di ritorsione verso gli interventi francesi nel paese.

Vi proponiamo qui l'importante intervista di Intersos a Code Cisse, responsabile della missione in Mali dell'organizzazione.
Foto: Reuters_Joe Penney
 http://agire.it/it/mediaroom_agire/news_agire_onlus/newsDetail.html?DETTAGLIO=ff8080813b2d6946013c38d433800031&gclid=COKHqe_P8LQCFc2R3godbywAcw





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