Libia sì ma povertà in Africa no. L'Italia non mantiene le promesse
A condannare l’Italia, ed a giudicare la sua azione questi quattro anni, “un completo fallimento”, è One, l’associazione filantropica che ha tra i sui fondatori Bono e vede tra i suoi sostenitori Bill Gates.
Silvio Berlusconi, anche allora alla guida del Paese, aveva promesso nel maggio del 2006 che entro la fine del 2008 l’ammontare degli aiuti sarebbe arrivato a superare i 5 miliardi di euro, tre miliardi e mezzo di euro in più rispetto al livello precedente. A 6 mesi e mezzo dalla scadenza del termine, One mette in evidenza nel report presentato mercoledì, ha rispettato solo per il 3% l’impegno assunto e non avrebbe alcuna intenzione di colmare il gap, al contrario, l’esecutivo starebbe preparandosi a tagliare ulteriormente lo stanziamento. Il presidente di One, James Drummond, afferma che l’Italia, per altro il Paese che ha in questo momento la presidenza del G8, ha perso completamente la credibilità sui temi della lotta alla povertà.
Nel suo report, l’associazione condanna anche la Francia, che ha disatteso il suo impegno di incrementare gli aiuti a 8,4 miliardi di euro da 3,1 miliardi di euro. Negli ultimi due anni Parigi ha tagliato in modo pesante il flusso degli aiuti con una delle zone dell’Africa con cui ha forti legami storici e culturali dovuti al passato coloniale.
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