Nella crisi libica c’è un fattore X che potrebbe rivelarsi di estrema importanza nei prossimi giorni. La comunità africana subsahariana che occupa le periferie e i vicoli di Bengasi e Tripoli. I somali, etiopi ed eritrei (ma anche nigeriani e ganesi) che affollano le baracche delle città e che sognano l’Europa (e l’Italia).
Prima della sigla degli accordi tra Tripoli e Roma, dalle coste libiche si partiva in massa per Lampedusa. I trafficanti libici hanno avuto buon gioco fino a quel momento a far “chiudere un occhio” o tutti e due, ai guardiacoste libici per far partire i barconi.
Ora che la crisi libica distoglie le forze di sicurezza (quelle ancora fedeli al regime) dal controllo delle coste, il rischio è che gli smuggler rimettano in moto la macchina del traffico di esseri umani su larga scala.
Sono 8.000 i rifugiati (somali, eritrei, etiopi) registrati dall’Unhcr in Libia. Ma la popolazione subsahariana nel Paese maghrebino è molto molto superiore. Si parla, ma sono stime, di centinaia di migliaia, forse un milione e mezzo. Manovali, spesso irregolari, piccoli commercianti, che potrebbero tentare la via dell’Europa. Che ruolo giocheranno nella rivolta?
E poi ci sono le prigioni di Gandufa, Misratah, affollate di subsahariani entrati in Libia clandestinamente. Ora che il dispositivo di sicurezza si sta sgretolando, che fine faranno? Le porte delle prigioni e dei container nel deserto si apriranno?
Intanto, dopo giorni di rumors pare che “la caccia al nero” sia partita: dato che il Colonnello Gheddafi si è affidato a mercenari ciadiani e sudanesi, in alcuni casi bloccati e linciati dagli insorti, il rischio è la facile e tragica equivalenza: nero=nemico. E allora, per tanti, potrebbe essere “Europa a tutti i costi”.
Partendo dalle spiagge di Bengasi, quali le rotte possibili verso l’Europa? Lampedusa, meta tradizionale, ma anche la Sicilia, località: Punta Braccetto e Marina di Ragusa, e Pozzallo dove già si dirigono in massa gli egiziani (dai 3 ai 4 giorni circa il viaggio). E poi, il Salento e le spiagge di Crotone in Calabria. E infine, la Sardegna, soprattutto il sud dell’isola.
Altra rotta, poi, più a est, verso le sempre poco controllate isole greche. Troppi arcipelaghi, troppe isole e troppo pochi i guardiacoste greci. Creta è l’isola più vicina alla Libia.
fonte
http://blog.panorama.it/mondo/2011/02/23/gli-africani-in-libia-il-fattore-x-dellemergenza/
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